Ti sei mai chiesto dove abbia origine il coaching?
Le radici del coaching sono molto antiche. Socrate invitava a “Conoscere sé stessi”; Pindaro salutava i suoi discepoli dicendo “Diventa ciò che sei”.
Ma soffermiamoci su Socrate.
La maieutica era l’arte di far nascere i bambini per gli antichi greci.
Fu Socrate nello specifico a paragonare l’arte della maieutica a quella della levatrice perché come lei aiutava a nascere, a tirar fuori i bambini, così il filosofo faceva emergere la verità dalle persone attraverso il dialogo, l’ascolto empatico e le domande aperte.
Insomma, un vero antesignano per quei tempi dove la tendenza era quella di voler imporre le proprie vedute agli altri con la retorica e l’arte della persuasione.
Socrate sosteneva, inoltre, di essere sterile in sapienza…
Il famoso “so di non sapere” socratico come precondizione fondamentale e fertile cui attinge il coaching nella sospensione del giudizio, .
Come Socrate con il suo “so di non sapere” anche il coach è un esperto di processo e non di contenuti.
Il coach non dà consigli così come il filosofo non insegna ai suoi discepoli se non svelare verità di cui sono già in possesso.
Il maestro in ciò è solo un traghettatore, come pure il coach è un tramite che ti accompagna da uno stato, quello attuale, ad uno desiderato.
Questo suo approccio permette all’altro di maturare una coscienza in maniera autonoma, di trovare le proprie personali attitudini, le proprie abilità.
Socrate sosteneva che la “verità risiede nell’animo di ognuno…” e questo è un concetto attuale e intramontabile: non c’è una verità assoluta ma c’è quello che è giusto per ciascuno di noi in un determinato momento della nostra vita perché cresciamo nonostante noi stessi e questo moto perpetuo ci porta a scegliere magari oggi strade diverse da quelle percorse qualche tempo fà…
“Conosci te stesso” ed eleva le ue potenzialità per renderti unico!


