Primavera dentro e fuori di noi

L’equinozio di Primavera rappresenta, fin dall’antichità, un momento di rinascita e prosperità. La vita che trionfa e l’abbondanza dopo il gelo dell’inverno, la natura che si risveglia e colori e profumi dei fiori che sbocciano. 

Si esce dalla fase di torpore invernale e la luce del giorno prevale sul buio. 

Ci sentiamo più euforici e magari proviamo il desiderio di dedicarci maggiormente a noi stessi, di praticare attività all’aria aperta, di alleggerirci dai vestiti pesanti e godere di questo momento magico che possiamo trasformare in un infinito presente. 

Mentre scrivo il mio pensiero va ad un percorso di coaching, quello in cui una mia cliente, di fronte a importanti insight, alla fine di quella sessione mi disse: “è primavera dentro e fuori di me!”

La primavera è un po’ come l’effetto coaching: uscire dai condizionamenti, dalle convinzioni limitanti e vedersi in maniera diversa. Trasformare il deficit in abbondanza e coltivare la nostra abbondanza. Pensate a quanta energia frenata nello stare su quello che manca anziché coltivare quello che già abbiamo. 

Regalarci il dono degli occhiali rosa della possibilità uscendo dall’approccio vittimistico, lasciare andare i fardelli che ci hanno appesantito per tanto tempo e che non ci servono più e continuare a generare e coltivare la nostra abbondanza. 

Troppo spesso sento dire: “oramai è troppo tardi” anche da persone molto giovani e questo mi rattrista. 

Non è mai troppo tardi per prendere in mano le redini della propria vita ed essere felici, soprattutto quando siamo vittime di stereotipi, incastrati in compiti e ruoli che non sentiamo più nostri o che forse non abbiamo mai veramente cercato e scelto.

Siamo esseri unici e abbiamo sempre la possibilità di scegliere che persone vogliamo essere scevri da condizionamenti.  “Non si è mai troppo vecchi per fissare un nuovo obiettivo o per sognare un nuovo sogno” Clive Staples Lewis, scrittore e teologo.

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dal Diario